4.1 Relitti

Pochi giorni dopo mi incontrai con la Giusti, Anna e Fabrizio nella Sala Connessione del Laboratorio VR. Avevamo deciso, la Giusti aveva deciso, che avevamo bisogno di un consulente sulla faccenda di 2031 XAX2 e della tecnologia spaziale dei dinosauri: Anna ci aveva fatto notare che lei aveva la persona adatta proprio in casa. Cominciammo già a discutere mentre il dottore ci preparava per la connessione.

- Dove nello spazio dobbiamo guardare - chiese la Giusti - per trovare i resti, della tecnologia dei dinosauri?

- Il problema è che la maggior parte dei satelliti decadono per effetto del frenamento atmosferico, e bruciano al rientro - rispose Fabrizio - e questo in un tempo molto più breve dei milioni di anni che ci separano dalle specie intelligenti del cretaceo. Perciò dobbiamo andare a cercare molto più lontano nello spazio, in orbite molto alte attorno alla Terra, al di sopra delle ultime tracce dell'atmosfera, o addirittura al di fuori della sfera di influenza gravitazionale del nostro pianeta.

- Allora, in quale sito del ciberspazio ci stai conducendo? - chiesi io.

- Visiteremo, nel senso della telepresenza, la Base lunare Internazionale, che sta sulla faccia della Luna non visibile da Terra. In pratica noi riceveremo dell'informazione, anche video, che passa attraverso un cavo di fibra ottica che fa un quarto di giro della Luna, per arrivare ad un'antenna visibile dalla Terra.

Un attimo di buio: conto lentamente, uno, due, tre, quattro. Quando la luce si riaccende sono in una stanza che sembra di una nave spaziale, ma con una finestra trasparente che mostra il suolo lunare. Le persone di Fabrizio ed Anna appaiono, assieme a Laura; io sono sempre eccitato quando vedo Laura. Fabrizio ci presenta un giovane che lavora ad un terminale di fronte alla finestra: è il Guardiano della Base della Faccia Nascosta.

- Sei solo qui? - chiede Anna, sorpresa.

- Certo, il mio corpo fisico è l'unico umano su questa faccia della Luna. Ma io sono connesso al ciberspazio la maggior parte del tempo - il Guardiano ha una piacevole voce di basso, ed è un bel ragazzo; non mi piace come Laura lo guarda.

- Sei così giovane come sembri? Voglio dire, questa è una persona registrata tempo fa? - gli chiedo; forse dovrei farmi gli affari miei, ma non si offende, lui.

- Io sono come mi vedi: non state vedendo una persona, ma una registrazione in tempo reale del mio corpo fisico. Questa strana mistura di ciberspazio e televisione in diretta si fa per ragioni di sicurezza: in questo modo da Terra possono controllare di continuo che tutto va bene. Vivere sulla luna non è completamente senza rischi, visto che io sono separato dal vuoto soltanto da pareti di pochi millimetri in materiali compositi.

- Non sei esposto a troppa radiazione, essendo così poco protetto?

- No, c'è anche uno schermo elettromagnetico per deflettere le particelle cariche. Non preoccupatevi, qui sto bene, tuttavia non c'è ragione di correre anche un piccolo rischio quando è possibile evitarlo con qualche ragionevole precauzione.

- Giusto. - dice Fabrizio, e poi passa alle ragioni della nostra visita - Siamo venuti qui per avere tutte le informazioni disponibili su 2031 XAX2.

- Questo asteroide fu scoperto dallo Spaceguard Survey, e fu tra gli ultimi ad essere scoperti da Terra perché è su di un'orbita tale da avere incontri ravvicinati con il nostro pianeta soltanto una volta al secolo. All'inizio nessuno sospettò la sua vera natura, anche se destò interesse tra gli scienziati per il suo colore, che sembrava impossibile per un asteroide naturale. Quando ne ottenemmo un'immagine con il radar restammo veramente esterefatti dalla sua forma. Vi mostrerò la migliore immagine che ne abbiamo. - Con qualche esperto movimento delle mani sul terminale il Guardiano cambia quella che sembrava una finestra aperta sulla superficie lunare in un'immagine ad alta risoluzione della stazione spaziale aliena. - Questa immagine tridimensionale è stata ottenuta combinando 50 immagini radar, per un tempo di osservazione totale di quasi 200 ore con il nostro radiotelescopio principale.

Lo schermo ci fa vedere la stazione spaziale che ruota, permettendoci di apprezzare la straordinaria complessità della sua forma: è una città nello spazio, con edifici grandi come colline. Per un po' noi siamo ridotti in silenzio da questa visione della superiorità tecnologica dei dinosauri. Quando mi riprendo, decido di fare qualche domanda al Guardiano: dopo tutto, non vale la pena di venire qui solo per vedere queste immagini, che posso farmi mandare per guardarmele sul monitor del mio ufficio: il ciberspazio ha per scopo l'interazione dei diversi attori. Allora chiedo:

- Perché una stazione spaziale dei dinosauri starebbe in orbita attorno al sole, anziché attorno alla Terra?

- Noi pensiamo che stesse in orbita nella sfera di influenza gravitazionale della Terra - mi risponde Fabrizio - per esempio nella stessa posizione oggi occupata dalla stazione spaziale O'Neil I, cioè in un punto di equilibrio lagrangiano triangolare del sistema Terra-Luna. Sappiamo, dai risultati classici della meccanica celeste degli anni '10, che le orbite attorno a questi punti non sono stabili per milioni di anni, quindi una stazione spaziale di 65 milioni di anni fa non si può più trovare nel sistema Terra-Luna, ma in un'orbita che incrocia quella della Terra simile a quella di 2031 XAX2.

Non che mi sia tutto chiaro, ma è una risposta, sia pure un po' tecnica. Chiedo al Guardiano:

- Perché devi stare qui, per ottenere queste immagini?

- Vedi, sulla faccia nascosta della Luna abbiamo un radiotelescopio con apertura sintetica, equivalente ad un disco di 200 chilometri di diametro. È stato costruito qui perché questo è l'unico angolo rimasto nel Sistema Solare interno che non è inquinato da onde radio prodotte dall'uomo. Questo non è poi così importante quando lo usiamo come radar, ma l'assenza di rumore elettromagnetico è essenziale per la radioastronomia più avanzata e per la SETI, la ricerca di intelligenza extraterrestre.

- E avete trovato dei segnali radio che sembrano provenire da intelligenze aliene?

- No, non li abbiamo trovati, per ora. Però abbiamo esplorato i fenomeni più violenti dell'universo, in tutte le lunghezze d'onda, con il radiotelescopio, i sensori infrarossi, all'ultravioletto, ai raggi X, ai raggi gamma, ed il telescopio ad onde gravitazionali; di tutti questi io sono l'operatore. Sapete, è stato un piccolo passo per un uomo, ma ci ha consentito di guardare molto lontano.

- Non è un paradosso - chiede Laura - che l'unica avanzata intelligenza aliena, che abbiamo trovato, stava proprio sotto i nostri piedi?

- I dinosauri intelligenti sono alieni? O piuttosto antenati? - Il guardiano sembra un giovane flemmatico, ma questo non vuol dire che non sappia difendere il valore del suo lavoro; con la Giusti dovrà lottare duramente, se la discussione scivola verso la priorità tra le ricerche in astronomia, paleontologia, e linguistica. No, mi sto dimenticando che qui c'è Laura, e lei non è così incline a questo genere di scontri... sto giocando ancora questo stupido gioco, di dare a Laura una personalità separata. Comunque lei risponde senza alcuna vena polemica:

- Questa è la vera questione: cosa ci hanno lasciato in eredità? Per esempio, quando saremo in grado di vedere... cosa è rimasto su 2031 XAX2? Ci potrebbe essere qualche altra memoria di massa, come il nostro CD fossile; dei resti fossili del Waukarlysauro, che ancora non abbiamo trovato sottoterra.

- Temo che non sia possibile trovare nessun materiale biologico: lo scafo esterno della stazione spaziale è stato perforato da tanti meteoriti, è impossibile trovare delle stanze ancora pressurizzate. E i materiali biologici non resistono molto a lungo nel vuoto. Quanto a manufatti, ce ne potrebbero essere molti.

- E quando sarà possibile visitarlo? - chiede Anna.

- A quanto mi risulta - dice Fabrizio - la missione Lost world, mondo perduto, sarà lanciata l'anno prossimo verso 2031 XAX2 con quattro astronauti a bordo. Quindi nel giro di un paio di anni degli astronauti umani saliranno a bordo della stazione spaziale, e naturalmente potremo esplorarla non solo con riprese TV, ma anche attraverso i loro occhi, e il tocco delle loro dita, in piena telepresenza.

- Che cosa significa questo nome Lost world? - chiedo io.

- È il titolo di un romanzo di Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes. - la Giusti, voglio dire Laura, conosce sempre l'origine delle idee moderne - In quel romanzo si racconta, dei dinosauri ancora viventi, trovati in una regione sperduta. Il nome è ottimistico, visto che non c'è speranza di trovare i dinosauri, neppure i loro resti, come abbiamo appena imparato; ma le missioni spaziali devono avere dei nomi suggestivi, per tradizione.

La nostra visita alla Base della Faccia Nascosta sta per finire, ma Laura è molto interessata al giovane Guardiano, e vuole saperne di più sul suo conto.

- E come passi il tempo qui, voglio dire, quando non sei connesso?

- Beh, ho un po' di tempo per pensare... scrivo delle storie, qualche volta.

- Storie sulla Luna? O sulle intelligenze extraterrestri?

- No, storie sulla nostra vecchia Terra.

Lasciamo il sito di Telepresenza Lunare, e Fabrizio ci conduce ad un altro sito del ciberspazio, mantenuto dall'Ufficio di Monitoraggio dello Spazio delle Nazioni Unite. La vista è meravigliosa: vediamo la Terra come se stessimo viaggiando nello spazio, con tutti i veicoli spaziali che ci segnalano la loro presenza con luci lampeggianti.

- Questo Ufficio - ci spiega Fabrizio - ha il compito di monitorare tutti i veicoli spaziali, lanciati da tutti i paesi, e anche i rottami spaziali, relitti dell'attività umana nello spazio, compresi i frammenti creati dalla esplosione di razzi e satelliti.

- E quanti oggetti non devono perdere di vista?

- Circa 5000 satelliti artificiali operativi, più circa mezzo milione di pezzi di rottami spaziali dal centimetro in sù; molti di più se si contano i frammenti ancora più piccoli, che sono comunque pericolosi per la possibilità di collisione con i satelliti funzionanti.

- Fammi capire: questi sono tutti satelliti lanciati dall'uomo, ed i frammenti di quelli andati distrutti? - Laura va diritto al nocciolo del problema, come fa di solito la Giusti.

- Vedi - Fabrizio era esitante - non è così chiaro; ecco perché vi sto facendo vedere questo sito. Naturalmente i satelliti ed i frammenti in orbita bassa sono recenti, perché decadono in pochi anni. Anche i satelliti ad un'altezza circa uguale al raggio delle Terra decadono, molto più lentamente: per esempio questo satellite, che sto segnandovi in rosso, è LAGEOS: è già stato in orbita per 64 anni, e ci si attende che resti su per altri 10 milioni di anni: una vita molto lunga per un veicolo spaziale, ma sempre più breve dell'abisso di tempo che ci separa dai dinosauri. Però se si va ancora più in alto, nella regione dei satelliti geostazionari, non c'è modo di decidere quanto è vecchio un oggetto non identificato.

- Vuoi dire - io sono scosso - che ci sono dei satelliti per i quali non c'è notizia del loro lancio?

- Per i piccoli frammenti è proprio così, nella maggior parte dei casi non si conosce il satellite da cui si sono staccati, e quindi non si conosce il lancio. Ma questo succede anche per alcuni oggetti di dimensioni non tanto piccole. Dall'inizio dell'era spaziale fino a pochi anni fa non c'è stato un sistema di sorveglianza dello spazio veramente internazionale; ogni superpotenza aveva i suoi sistemi di early warning, ma ognuno non sapeva quali e quanti erano i satelliti degli altri. Quindi era ed è possibile che un satellite sconosciuto sia scoperto, senza che si riesca a ricollegarlo ad un lancio noto. E non abbiamo immagini dei satelliti, a parte quelli più bassi.

- E allora dove dovremmo cercare dei possibili satelliti dei dinosauri?

- Veramente, nei libri di testo avanzati di meccanica si parla spesso di un famoso risultato ottenuto circa trenta anni fa, e proprio all'Università di Pisa, secondo cui un satellite in orbita geosincrona resterebbe più o meno alla stessa altezza per molti milioni di anni, anche se non sarebbe più fermo sopra lo stesso posto delle Terra, come fanno i satelliti di telecomunicazione. Perciò i satelliti che potrebbero essere molti più antichi dell'era spaziale umana sono quelli nella fascia geosincrona, ma non in un'orbita geostazionaria, e per i quali non c'è notizia del lancio. Eccoli qui, li sto segnando in verde sul display. Ciascuno di questi potrebbe eventualmente essere non umano, ma noi non sappiamo niente di preciso su nessuno di questi, sono troppo lontani per i radar basati a terra.

- Come è possibile, che si riesca a vedere così bene 2031 XAX2, e non un satellite ben più vicino? - chiese Laura.

- Vedi - rispose Fabrizio, che era sempre ben informato sulle tendenze della ricerca, non solo nel suo campo - il radiotelescopio lunare è stato costruito sulla faccia nascosta della Luna per essere in grado di vedere più lontano senza interferenza eletromagnetica dalla Terra. Può essere usato come radar, e produrre immagini della maggior parte dei corpi del Sistema Solare; ma appunto stando sulla faccia nascosta, non può guardare né verso la Terra né verso satelliti vicini alla Terra. È un atteggiamento abbastanza comune nella scienza moderna, quello di guardare più volentieri lontano che vicino. Forse le galassie lontane sono meno imbarazzanti di un satellite sconosciuto in orbita attorno al nostro pianeta.

In conclusione, 2031 XAX2 è il più importante manufatto dei dinosauri, e possiamo solo aspettare quando sarà visitato nel 2042. La nostra seduta nel ciberspazio si avvia alla fine, e io decido di tentare la sorte, facendo capire ad Anna a segni che deve togliersi di torno, assieme a Fabrizio. Lei risponde con un sorriso di complicità, e chiede a Fabrizio di venire con lei in un sito che ha sempre voluto visitare con lui. Ma questa non è la mia giornata fortunata: Laura dice che deve andare, qualcuno la aspetta nel suo ufficio.

Il lettino del laboratorio VR in cui mi ritrovai aveva le lenzuola in disordine e sudaticce; non avevo ancora imparato a controllare bene il mio soma abbandonato. La visita nel ciberspazio era stata fruttuosa, io avevo imparato un sacco sui satelliti ed i rottami spaziali, ma non avevo imparato a far fare a Laura quello che volevo!

Andrea Milani 2011-10-11