9.2 Verso nuove avventure

Anche se era molto tardi quando arrivammo all'Istituto, per via della difficile navigazione nelle paludi, io pregai il marinaio di accompagnare a casa Terry ed Anna con la barca e andai a bussare alla porta dello studio della Giusti.

Laura, cioè la prof, stava vicino alla finestra e guardava fuori, verso le montagne illuminate dalla luna. Non era raro trovarla nel suo studio a pensare, ma questa volta era strana, come se non pensasse al lavoro. Quando entrai si voltò bruscamente e venne verso di me in fretta.

- Nieri, volevo proprio parlarti, quella faccenda di Waukarly-carly, il posto di direttore...

- Va bene, ne parleremo, ma prima devo spiegarti cosa abbiamo scoperto sull'odio tra dinosauri.

- Avete fatto progressi importanti?

- Forse abbiamo capito tutto, voglio dire il punto chiave. L'odio appare nella traccia odorosa che accompagna il capitolo sulla riproduzione dei dinosauri, come aveva trovato Anna, ma soltanto quando si parla di un tipo molto particolare di difetto genetico, la rottura di un cromosoma ad X durante la formazione delle cellule seminali.

- Non capisco.

- Come sai bene non sono un esperto di genetica neanche io, ma ho ascoltato su questo punto le spiegazioni di una collega di Calci, e mi sembra di aver capito. In parole povere, tra i Waukarlysaurus c'erano due razze diverse, quelle con i cromosomi tutti a X e quelle con alcuni cromosomi a V: stesso patrimonio genetico, ma diversa struttura dei cromosomi. Però le due razze non erano fertili tra loro, formavano due specie distinte.

- E perché dovevano odiarsi?

- Di ragioni per odiarsi ce ne possono essere tante. Se vale l'analogia con gli esperimenti fatti sull'Arvicola del Savi, la speciazione potrebbe essere avvenuta in un tempo breve, forse poche generazioni, sotto l'effetto mutageno dei prodotti della civiltà industriale dei dinosauri. In ognuna delle due specie il difetto di replicazione dei cromosomi doveva verificarsi di tanto in tanto, e provocava sterilità per gli accoppiamenti all'interno della stessa specie, ma fecondità con l'altra specie. In altri termini, ogni dinosaura sapeva che uno dei suoi figli poteva essere un mostro, un membro della specie nemica.

- Non stai un poco drammatizzando?

- No, ho letto delle cose... sai, sul secondo CD fossile.

- Hai già cominciato a studiarlo?

- Sí, ne ho tradotto una piccola parte, che contiene delle testimonianze terribili. Praticavano la pulizia cromosomica, che vuol dire violentare, uccidere o scacciare tutti queli che avevano i cromosomi fatti nell'altro modo. Avevano persino l'abitudine di sopprimere i propri piccoli che nascevano con i cromosomi dell'altra specie. Soltanto perché i nemici non erano della stessa specie potevano nutrire un odio così grande.

- Questo è quello che cercavi, non è vero? Un odio così grande, da rischiare lo sterminio di tutte e due le specie pur di non cedere agli altri il possesso della Terra.

- È come la storia della poetessa sudafricana - non osavo sperare che lei si ricordasse.

- Certo, i grandi dinosauri Ebu ed Abu. Ed il vincitore è solo il topolino, cioè noi.

- Sì, è quello che cercavamo. Ora il lavoro di interpretazione del primo CD fossile è praticamente finito. Adesso bisogna passare ad occuparsi delle nuove scoperte di Waukarly-carly.

- Di questo volevo parlarti. Che cosa hai deciso di fare con l'offerta di andare a dirigere il nuovo centro di ricerca in Australia?

- Beh, ci stavo pensando; tu che cosa mi consigli? - non so più capire perché volli mentirle in questo modo, visto che avevo deciso; fu una cosa crudele. Volevo metterla alla prova, ma che diritto avevo? Lei non mi doveva nulla, lei era sempre stata buona con me, anche troppo buona.

Lei si voltò di nuovo a guardare il paesaggio dei monti, fuori della sua grande finestra, come quando ero entrato nel suo studio. La sua risposta arrivò in ritardo, e con un soffio di voce:

- È un'occasione unica, devi andare.

- Non ti dispiace che me ne vada?

- Certo, al nostro lavoro hai dato un grande impulso, non sarà facile sostituirti... con qualcuno altrettanto bravo.

- Non è quello che stavo chiedendo.

Questa volta la risposta fu netta, anche se la sua voce era ancora molto bassa:

- Devi andare.

Quando arrivai a casa, era quasi l'alba. Terry si rivoltò un poco nel letto, ma senza svegliarsi; ormai aveva fatto l'abitudine ai miei orari. Lei mi svegliò all'alba, fermamente intenzionata a fare all'amore; non succedeva spesso che fosse lei a svegliarmi, e quellla mattina fece con il mio corpo qualcosa che non aveva mai fatto. Io mi riaddormentai, mentre lei scivolava fuori dal letto; dormii fino a tardi, il che non corrispondeva affatto alle mie abitudini. Verso mezzogiorno Terry mi portò la colazione a letto, un'altra cosa che non aveva mai fatto.

- Non ho voluto svegliarti, perché dormivi così tranquillo - disse servendomi il caffè.

- È vero, non dormivo così bene da tempo.

- E non ti importa di essere assente dal lavoro?

- Ci andrò nel pomeriggio, ma ormai non ho più fretta. Ora le cose cambieranno, non ho più l'affanno di finire la traduzione del CD.

- A proposito di cose che cambieranno, ho bisogno di parlarti - Le feci cenno di parlare, senza smettere di mangiare muffin.

- Ormai ci avviciniamo alla stagione delle piogge, i turisti cominciano a scemare, e per me è venuto il momento di partire.

- Per dove?

- Port Arthur, Australia; è lì che di solito vado in questa stagione.

- Ma tu veramente vuoi partire?

Terry rimase in silenzio così a lungo, che io non potei fare a meno di fissarla. Era riuscita a creare una tale suspence, che io smisi perfino di sgranocchiare biscottini; e sì che avevo proprio fame.

- Insomma, che cosa hai?

- Sono incinta.

A questa notizia reagii con un buon umore che contrastava stranamente con il suo malumore.

- Ha ragione quella vecchia arpia della Johnson: è la riproduzione la chiave di tutto...

- Ma è possibile che tu non riesca a dare una risposta seria?

- Invece ho una risposta serissima. Vedi, anche io avevo una cosa da dirti, e aspettavo l'occasione, anche perché ero ancora incerto anche io. Ma all'improvviso tutto mi è diventato chiaro, e non solo riguardo ai dinosauri.

La faccia di Terry si faceva sempre più scura.

- Vedi, mi è arrivata un'offerta che è veramente difficile rifiutare. Ti ricorderai che gli scavi del lago Waukarly-carly sono andati avanti con grande successo, hanno trovato diversi altri CD, una microchip che potrebbe essere parte del lettore di questi stessi dischi, e una memoria olografica...

Per farle smettere il broncio, tentai di accarezzarla sulla pancia mentre parlavo, ma lei mi respinse.

- In altre parole, il centro della ricerca sulla civilizzazione dei dinosauri si sposterà presto da qui all'Australia, dove il governo locale ha stanziato i fondi per un nuovo grandissimo laboratorio di ricerca situato nei pressi degli scavi. A me hanno offerto il posto di direttore scientifico degli scavi del lago Waukarly-carly... praticamente la posizione più importante a cui potessi aspirare.

- E quando dovresti partire? - ora Terry era proprio arrabbiata.

- Beh, quando cominciano le piogge... e tu non puoi mica continuare a dipingere per i turisti, ora che devi occuparti del bambino... benché se vorrai continuare a lavorare, ci saranno presto più turisti a Waukarly-carly che a Port Arthur: il centro avrà naturalmente una sezione di informazione per il pubblico, attrezzata con sistemi di realtà virtuale per riprodurre il mondo dei dinosauri, roba da rendere Cyberdisneyland obsoleta.

Terry rimase in silenzio troppo a lungo, finché cominciai a preoccuparmi.

- Che ti prende? Non ti sembra la soluzione di tutti i nostri problemi?

- Dei tuoi problemi, forse. E la tua vecchia amante che dice? Ti lascia andare via?

- Come ti permetti di parlare della Giusti in questo modo? Lei è la mia maestra, il mio capo, e si preoccupa soprattutto di aiutare la mia carriera; si capisce che vuole che ci vada, è un fatto di prestigio per la scuola pisana e una grande occasione per me - prima ancora di aver finito la frase mi ero reso conto della gaffe che avevo fatto.

- È un bene che le cose siano chiare: tu vai dove lei ti manda. Tanto potete continuare a chiavare nel ciberspazio, io sono a bassa tecnologia rispetto a voi, ma credi che non sappia a cosa serve una meeting room?

- Non è vero, non hai capito, lei mi manda via, non c'è niente... non c'è piu' niente di sconveniente tra di noi.

- Una confessione in piena regola.

Volevo rispondere qualcosa, ma all'improvviso mi pareva di avere la gola troppo secca per parlare. La situazione sembrava sfuggire al mio controllo, proprio quando mi pareva che andasse così bene.

- Sarà meglio che tu cominci a preparare i tuoi bagagli, visto che devi partire presto.

- Cosa... cosa vuoi dire... che cosa vuoi fare? E il bambino?

- Il bambino è affare mio. Deciderò che cosa fare. Forse lo terrò, forse no.

- Non puoi decidere una cosa simile così in fretta, senza appello...

- Questo non e' un tribunale... comunque sono io che giudico. E voglio pensarci per un poco, da sola, senza te far i piedi. Perciò per favore vai a stare da qualche altra parte per qualche giorno.

Avrei voluto gridare che ero innocente, mi sembrava di essere uno di quei condannati trascinati via in catene dei vecchi film gialli, ma sapevo che quando Terry faceva così non si poteva discutere. Cominciai subito a fare le valigie, e la sera stessa mi trasferii a casa di Anna e Fabrizio, che erano disposti ad ospitarmi per il poco tempo che dovevo ancora trascorrere a Pisa.

Andrea Milani 2011-10-11