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Monti Urali, 29 luglio

Per giorni abbiamo attraversato le pianure di erba e di betulle. Poche volte ci siamo fermati a un distributore di benzina, o a un fiume per fare acqua. Ora per la prima volta la strada sale serpeggiando per le pendici dei monti. Ad un tratto il Greyhound si ferma. Una lunghissima betulla è caduta proprio attraverso alla strada. L'autista sbraita qualcosa in polacco, e tutti capiscono che ci ordina di scendere a rimuovere l'ostacolo. Ottima occasione di sgranchirsi le gambe, ma anche per un agguato, quindi io e qualche altro restiamo un po' indietro con le armi.

Nemi chiacchera allegramente come al solito, è ancora convinta che questa sia una vacanza. Con altre due donne va nel bosco a raccogliere funghi; in effetti la dieta a base di scatolame è monotona. Io continuo a fare la guardia; in fondo sono ancora un soldato, ma ora lo faccio per me stesso. Gli altri mi hanno ormai accettato come capo militare, ma io non sono tanto tranquillo: se ci fosse un attacco più serio di quello di quei quattro cretini con la testa rapata, solo pochi dei miei compagni di viaggio sarebbero in grado di aiutarmi a difenderci.

Quando risaliamo a bordo, Nemi mi mostra i funghi e mi fa assaggiare dei mirtilli.

-Forse in questi boschi si potrebbe anche vivere -mi dice.

-E d'inverno?



Andrea MILANI
Sat Aug 17 15:26:08 MET_DST 1996