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6.1 SISTEMI NEWTONIANI E LAGRANGIANI

 

Sommario I sistemi newtoniani sono ottenuti come modello di un sistema di punti soggetti ad una forza totale che ne influenza linearmente le accelerazioni. La matrice associata a questa relazione lineare contiene tutte le informazioni sulle masse dei corpi. Se la forza è conservativa, cioè deriva da un potenziale, le stesse equazioni possono essere espresse come equazioni di Lagrange, definendo la funzione lagrangiana come differenza fra l'energia cinetica e l'energia potenziale. I vantaggi del formalismo lagrangiano si apprezzano, per esempio, nella facilità di cambiare le coordinate che descrivono lo stato del sistema.

Consideriamo un sistema il cui stato sia univocamente descritto da un vettore X con k coordinate: si dice che in tal caso il sistema ha k gradi di libertà   e l'insieme degli stati possibili, che supporremo un aperto tex2html_wrap_inline42818 , si dice spazio delle configurazioni  .

Studieremo dei sistemi dinamici che derivano da equazioni differenziali del secondo ordine su W: la condizione iniziale è un vettore a 2k componenti tex2html_wrap_inline42824 nello spazio delle fasi  , che è un aperto di tex2html_wrap_inline42826 e che supporremo del tipo tex2html_wrap_inline42828 .

Equazioni di Newton

La seconda equazione di Newton, tex2html_wrap_inline42830 , può essere adottata per modellare l'evoluzione di un corpo puntiforme: se F è la somma vettoriale delle forze che agiscono sul corpo, si postula che il punto evolva lungo una curva per la quale il vettore accelerazione sia sempre proporzionale al vettore F. Un simile modello non può essere utilizzato in un qualunque sistema di riferimento, poiché dal sistema di coordinate dipende la misura delle posizioni, le velocità e le accelerazioni. In particolare, il modello valido in un sistema tex2html_wrap_inline42836 non lo è generalmente in un sistema tex2html_wrap_inline42838 variabile nel tempo (per esempio, accelerato rispetto a tex2html_wrap_inline42836 ). L'equazione di Newton definisce perciò anche la classe dei sistemi di riferimento (sistemi inerziali  ) nei quali il modello è applicabile. Un corpo complesso può essere modellato, per esempio, come insieme di corpi puntiformi, ai quali - in un sistema inerziale - si applica la legge di Newton.

Il formalismo della meccanica si basa sull'unica ipotesi che esista un sistema di coordinate inerziale, in cui si applicano le equazioni di Newton, e cerca di trasformare le equazioni differenziali in altre forme più maneggevoli, dal punto di vista del calcolo delle soluzioni e dello studio delle loro proprietà qualitative.

In genere, chiamiamo sistema newtoniano   il sistema di equazioni differenziali definito da un campo vettoriale di forze tex2html_wrap_inline42842 , che definisce il sistema di equazioni differenziali ordinarie del secondo ordine

displaymath42844

dove M è una matrice tex2html_wrap_inline35876 che esprime la relazione lineare tra accelerazione e forza; per questo M sarà chiamata massa  . Per esempio, nel caso di un punto materiale di massa m che si muove nello spazio ordinario, è k=3 ed tex2html_wrap_inline42856 (con I matrice identità tex2html_wrap_inline35990 ).

Nel caso di un sistema di n corpi puntiformi con masse tex2html_wrap_inline42864 si ha k=3n: il vettore tex2html_wrap_inline42868 è ottenuto accostando i vettori tex2html_wrap_inline39320 di tex2html_wrap_inline40050 della posizione di ciascun corpo, e la matrice M ha dei blocchi tex2html_wrap_inline35990 lungo la diagonale principale della forma tex2html_wrap_inline42878 , ovvero

displaymath42880

In genere M potrebbe anche non essere diagonale; le sole proprietà che useremo per sviluppare il formalismo sono che M è simmetrica e definita positiva.

Un caso molto importante è quello in cui la forza F(X) è un campo vettoriale conservativo , ossia ammette un potenziale: allora esiste una funzione V(X) (di classe tex2html_wrap_inline34382 ) che esprime l'energia potenziale   del sistema, tale che

displaymath42892

si noti il segno meno. In questo caso si parla di sistema newtoniano conservativo  , e le equazioni di Newton sono

displaymath42894

Al contrario di quanto accade con un solo grado di libertà, cioè per k=1, la condizione di ammettere potenziale non è banale. Il campo F(X) deve soddisfare in ogni punto una condizione espressa da un'equazione alle derivate parziali: precisamente, deve annullarsi il rotore 

displaymath42900

Il termine ``conservativo'' viene usato qui in un senso apparentemente diverso da quello che ha nel contesto dei sistemi dinamici conservativi , ma in effetti un sistema newtoniano con campo di forze conservative è dinamicamente equivalente  ad un sistema dinamico conservativo, come sarà dimostrato nella Sezione 8.6.

Dalla presenza di un'energia potenziale si deduce l'esistenza di un integrale primo , l'integrale dell'energia  : basta sommare all'energia potenziale l'energia cinetica  

displaymath42902

ovvero la forma quadratica nelle velocità tex2html_wrap_inline37508 la cui matrice è M/2, per ottenere l'energia   (o energia totale  )

displaymath42908

che ha derivata totale  nulla:

eqnarray15023

poiché tex2html_wrap_inline42910 e tex2html_wrap_inline42912 .

Questo calcolo riuscirebbe più chiaro se si decidesse una volta per tutte se si vogliono utilizzare i gradienti come vettori riga tex2html_wrap_inline42914 o come vettori colonna tex2html_wrap_inline42916 . Per decidere questo, bisogna anche decidere se le equazioni di moto sono un vettore riga o colonna. Nell'ambito del formalismo newtoniano non c'è una buona ragione per preferire l'una o l'altra convenzione; come vedremo, nell'ambito del formalismo lagrangiano la scelta è chiara.

Equazioni di Lagrange

La dinamica  di un sistema lagrangiano   è definita da una funzione lagrangiana   tex2html_wrap_inline42920 , definita per tex2html_wrap_inline42922 in un aperto di tex2html_wrap_inline42924 :

displaymath42926

Queste equazioni di Lagrange   sono un modo sintetico di scrivere k equazioni differenziali ordinarie del secondo ordine, che gode della vantaggiosa proprietà di avere una forma invariante per una vasta classe di cambiamenti di coordinate (cioè di sistema di riferimento) nello spazio delle configurazioni . Più in generale, vale il

Teorema di covarianza delle equazioni di Lagrange : 

Sia tex2html_wrap_inline42044 un'applicazione differenziabile di classe tex2html_wrap_inline34798 tra l'aperto W di tex2html_wrap_inline35884 e l'aperto Z di tex2html_wrap_inline34458 , con tex2html_wrap_inline42942 :

eqnarray15037

Allora se valgono le equazioni di Lagrange nelle variabili X, valgono anche quelle nelle variabili Q:

displaymath42948

dove le due funzioni tex2html_wrap_inline42920 e tex2html_wrap_inline42952 si corrispondono per valore :

displaymath42954

displaymath42918

In questo enunciato non è richiesto che sia n=k. Nel caso di un cambiamento di coordinate, cioè per k=n e matrice jacobiana invertibile, il teorema si può applicare anche al cambiamento di coordinate inverso: allora le due equazioni di Lagrange sono equivalenti ed esprimono la stessa dinamiche equivalenti .

Dimostrazione:

 C.D.D.

Il primo membro delle equazioni di Lagrange è covariante  : in altri termini, si trasforma come un gradiente (o una forma differenziale lineare) rispetto ad un cambiamento di coordinate, dovendo essere moltiplicato a destra per la sua matrice jacobiana. Questa è la ragione per cui conviene considerarlo come un vettore riga, in modo che la legge di trasformazione possa essere espressa come una moltiplicazione righe per colonne con la matrice jacobiana.

Sistemi lagrangiani provenienti da sistemi newtoniani

Le equazioni di Newton con campo di forze conservativo possono essere scritte in forma lagrangiana, rispetto alle opportune coordinate: la lagrangiana  è la differenza fra l'energia cinetica e l'energia potenziale

displaymath43000

Allora il gradiente di tex2html_wrap_inline41544 rispetto alla velocità tex2html_wrap_inline37508 (cioè la quantità di moto) è il vettore riga

displaymath43006

e le equazioni di Lagrange  diventano

displaymath43008

dove il vettore zero va inteso come vettore riga. Pur di intenderle come vettore riga anziché come vettore colonna, sono quindi la stessa cosa delle equazioni di Newton.

Possiamo infine applicare il teorema di covarianza per descrivere tutte le lagrangiane che derivano dall'applicazione di un cambiamento di coordinate ad un sistema newtoniano. Se nelle variabili X la lagrangiana è della forma

displaymath43012

allora sostituendo alle velocità tex2html_wrap_inline37508 la loro espressione in funzione di nuove variabili tex2html_wrap_inline42922 , con tex2html_wrap_inline43018 :

displaymath43020

nell'energia cinetica, si trova:

displaymath43022

La nuova matrice B della forma quadratica nelle tex2html_wrap_inline42962 che rappresenta l'energia cinetica è

displaymath43028

B è una matrice tex2html_wrap_inline35876 , simmetrica e definita positiva (poiché tex2html_wrap_inline43034 ha rango k), ma con coefficienti che dipendono da Q.

Perciò, in genere, lo studio di di sistemi lagrangiani che derivano da sistemi newtoniani richiede di considerare lagrangiane della forma

displaymath43040

dove T è una forma quadratica omogenea e definita positiva nelle tex2html_wrap_inline42962 ; di una lagrangiana di questa forma si dice che proviene da un sistema newtoniano  .

Se ancora più generalmente tex2html_wrap_inline34582 , con n>k, (per esempio se si cambiano solamente alcune coordinate e ci si restringe ad esse) il ragionamento che precede è ugualmente valido, a condizione che la persistenza della relazione X=X(Q) sia garantita da dei vincoli .


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Andrea Milani
Thu Aug 14 11:30:04 MET DST 1997